In vista del 2025, i requisiti della pensione sono stati di fatto già riformulati e confermati in buona parte rispetto al 2024, ma ci sono delle sostanziali differenze per chi intende uscire in modo agevole e quantomeno vantaggioso dal mondo del lavoro, cosa che sembra sempre più difficile per un compedio di italiani sempre più elevato e sostenuto.
I requisiti della pensione infatti sono stati naturalmente messi a punto per non essere svantaggiosi per lo stato ma offrire almeno in teoria, anche una possibilità concreta e non troppo in grado di precludere un buon assegno mensile. Il sistema nel suo insieme per quanto riguarda le pensioni non è cambiato in quanto manca ancora una riforma pensionsitica seria. Chi potrà andare in pensione, ed a quale età?
Età pensionabile e differenze
Nessuna differenza per quanto riguarda l’età pensionabile, non ci sono differenze anche in merito ad un “aggiustamento” della speranza di vita, che resta a 67 anni, questo significa che la pensione di vecchiaia resta identica per requsiti per chiunque abbia intenzione o necessità di uscire dal mondo del lavoro con almeno 67 anni e 20 anni di contributi effettivamente accumulati.
Almeno fino al 2027 la modifica dell’età pensionabile, che è stata nel corso del tempo sensibilmente aumentata in vista di una speranza di vita più elevata, non sarà modificata oltre i 67 anni, questo ha permesso quantomeno di “stabilizzare” un termine che resta fondamentale anche per altre forme di pensione, come vedremo nelle prossime righe.
Pensione 2025: i requisiti
Resta la possibilità anche per il 2025 di andare in pensione con quella anticipata di base, che non tiene in considerazione la forma effettiva degli anni se non quelli effettivamente calcolati e considerati come contributivi, che prevedono 42 anni di contributi e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 per le donne, con la cosiddetta “finestra mobile” pari a 3 mesi, ossia il tempo che intercorre tra la richiesta ed il primo assegno.
- Nel 2025 sarà ripristinata gran parte della tradizionale forma di pensione anticipata alternativa, come Opzione donna che permette alle lavoratrici di andare in pensione con 35 anni di contributi a partire da 61 anni con una forma di “sconto” fino a due anni in base ai figli, per le donne invalide, caregiver o licenziate.
- Ape Sociale continuerà a funzionare come tale per le categorie come i lavoratori gravosi, disoccupati e caregiver e disabili al 74 % minimo, requisito di 63 anni e 5 mesi di età anagrafica e 30 di contributi (36 per i lavoratori gravosi)
Potranno accedere alla pensione le madri con almeno 2 figli con 65 anni di età e 8 mesi di età minima e 20 anni di contributi quindi con uno sconto di circa un anno e mezzo la naturale forma di pensione tramite il sistema dell’età pensionabile. Confermata la forma di aumento legato alle pensioni a causa della perequazione, ossia il riequilibrio del costo delle pensioni in relazione al costo della vita.
Confermata anche Quota 103 rispetto a una nuova reale forma di pensionamento del sistema misto, questa permette di andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi in questo modo però è possibile ottenere un trattamento in merito di assegno mensile limitato a 4 volte il trattamento minimo di pensione, che dati alla mano, risulta essere di 2.394,44 euro.