Anche l’ortensia pur essendo una pianta spesso considerata “spontanea” e sempreverde ha bisogno di una costante anche se non difficilissima potatura da portare a termine nei tempi e nei metodi giusti, naturalmente questa serie di interventi è essenziale per permettere alla specie in questione, estremamente riconoscibile e diffusa di mantenersi rigogliosa ed in salute.
Come ogni altra forma di azione simile, è fondamentale imparare come potare l’ortensia, facendolo nelle tempistiche giuste ma anche utilizzando gli strumenti adatti, così da incentivare la produzione di nuovi fiori ma anche come forma di protezione della pianta ma anche permettere alla specie in questione di mantenere una forma ed un aspetto che più ci aggrada.
La cura dell’ortensia
Molto spesso comune nelle aiuole ma anche in giardini abbastanza grandi, compresi quelli pubblici e condominiali, l’ortensia è davvero facile da coltivare ed è resistente anche al sole diretto, però ha bisogno di nutrimento a sufficienza, anche perchè nelle giuste condizioni cresce abbastanza velocemente, crescita che non va arrestata ma controllata anche con la potatura.
E’ una specie dal comportamento conosciuto arbustivo, che sviluppa sia in altezza che in larghezza le foglie oltre ai fiori, che sono influenzati nell’aspetto dall’acidità, quindi dal livello di Ph nel terreno: condizione che permette di modificarne nella tonalità in modo specifico e particolare. La potatura va ad impattare anche sulla produzione di fiori.
Come potare l’ortensia
Essenziale “capire” la pianta nelle abitudini così da non andare ad influenzare il suo bioritmo e la propria gestione delle energie, meglio sfruttare il riposo vegetativo, ossia una fase meno attiva che solitamente si presenta durante l’autunno o comunque lontano dalla fioritura. Importante anche scegleire strumenti giusti e qualche trucco:
- Impiegare sempre cesoie molto affilate, l’ortensia infatti è dotata di arbusti e radici molto resistenti, un taglio non netto danneggia la pianta
- Tagliare solo i rami che sono oramai troppo secchi, senza gemme (ossia le sezioni dove crescono i fiori) e le parti oramai troppo piccole
- Lasciare invece i rami giovani, dall’aspetto più elastico, meno “coriaceo”, dal colore marrone o verde acceso
Importantissimo scegliere come detto il periodo giusto, sicuramente dopo la fioritura, ambito che permette proprio di andare incontro ad una forma di “assorbimento” della potatura meno fastidiosa e dannosa per la pianta (tagliare i rami è comunque una forma di azione molto invasiva per ogni pianta), quindi è meglio potare tra settembre ed ottobre.
Altri interventi meno invasivi possono essere sviluppati anche con la fine dell’inverno o inizio primavera se viviamo in una parte del paese abbastanza rigida. I tagli vanno come detto effettuati sempre in modo netto e secco, non lasciando tracce, ed ogni azione di potatura va sviluppata tagliando in posizione obliqua, a 45 gradi di “pendenza”.